La verità oggettiva non esiste.
Non può esistere perché ogni persona si crea una rappresentazione soggettiva del mondo in cui vive, attraverso i 5 sensi e i principali filtri che si nascondono nella sua mente.
In questo post, scoprirai 3 filtri che spieghiamo approfonditamente nei corsi di PNL, in cui si fa anche tanta pratica!
Generalizzazione: è il procedimento con il quale uno o pochi elementi finiscono per rappresentare tutta la tua realtà.
Scopri, ad esempio, di essere stato tradito e generalizzi che tutti gli uomini/donne sono dei traditori. Ti è bastata un sola sola brutta esperienza con una persona, per etichettare negativamente un’intera categoria.
Cancellazione: è il procedimento con cui elimini parti/elementi della tua esperienza. Ad esempio, quando racconti una serata eliminando gran parte dei dettagli.
Allora, com’è andata la festa di ieri?
Bene.
Distorsione: è il meccanismo attraverso il quale apporti cambiamenti all’esperienza sensoriale. Può essere di vari tipi:
Lettura del pensiero: quando pretendi di entrare nella mente dell’altra persona, interpretando i suoi pensieri. Ad esempio:
Già so cosa stai pensando!
Equivalenza complessa: quando colleghi due elementi che, nella realtà, non sono legati tra loro. Ad esempio:
Se non mi guardi vuol dire che non mi ascolti!
Causa-effetto: quando da A fai scaturire B, senza che ci sia un reale collegamento. Ad esempio:
Non mi ha risposto al telefono, quindi è arrabbiato con me!
Performativa perduta: quando esprimi giudizi di valore omettendo la fonte. Ad esempio:
È immorale comportarsi così!
Presupposizione. È tra le più frequenti e la utilizzi quando dai per scontato qualcosa e presupponi che la persona con cui parli ne sia a conoscenza. Ad esempio:
Sa benissimo perché reagisco così!
Sono meccanismi automatici che tutti noi utilizziamo per filtrare i miliardi di informazioni che attraversano ogni secondo i nostri 5 sensi. Se non ci fossero, il nostro cervello si sovraccaricherebbe ed esploderebbe!
Però, se non li sai riconoscere, questi filtri possono anche diventare pericolosi, limitando la tua realtà e creando irreparabili incomprensioni comunicative.
Come individuare e riconoscere questi filtri?
Prestando massima attenzione al linguaggio! Il linguaggio è il mezzo che utilizziamo per comunicare e condividere con gli altri la tua visione della realtà.
Una strategia linguistica efficace è il metamodello, l’utilizzo di domande di precisione che hanno l’obiettivo di recuperare delle informazioni che sono andate perse.
Se ad esempio la persona dice:
Mi fa sempre arrabbiare… la mia relazione va male!
Dai termini utilizzati in questa frase, ti rendi conto che sono stati applicati tutti e 3 i filtri inconsci:
L’utilizzo del termine “sempre” indica che c’è stata una generalizzazione. Una domanda efficace per smontarla è:
Sempre? Ci sono momenti in cui non ti fa arrabbiare?
L’espressione “la mia relazione va male”, ti fa capire che c’è stata una cancellazione. Una delle domande che va a recuperare le informazioni cancellate è:
Che cosa nella tua relazione pensi vada male?
L’intera espressione “Mi fa arrabbiare… la mia relazione va male” indica la presenza di una distorsione, nello specifico un’equivalenza complessa: mi fa sempre arrabbiare = la mia relazione va male.
In questo caso è opportuno porre alla persona una serie di domande specifiche per indagare a fondo la situazione, chiarirla e trovare il modo di migliorarla.
Usare questi potentissimi strumenti non è da tutti. Conoscerli e saperli applicare ti cambia la vita… in meglio!
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Ti alleniamo al successo!