Le tre competenze fondamentali per esprimersi al meglio

Ti sei mai chiesto quali sono le competenze fondamentali che ti consentono di esprimere il meglio di te?

Lavorando da diverso tempo nella formazione e nel coaching, ci siamo resi conto che queste sono tre e non si può prescindere da alcuna di queste, perché le persone ottengono i loro massimi risultati solo quando sono presenti e tutte ottimizzate.

Il SAPERE (conoscenze)

Il SAPER FARE (capacità, abilità ed esperienze)

Il SAPERE ESSERE (comportamenti, atteggiamenti, stile personale)

Le competenze sono il nostro patrimonio complessivo di qualità personali e conoscenzeche ognuno utilizza in ogni momento della propria vita, a lavoro, in famiglia, nello sport. Rappresentano un capitale valutabile, osservabile e migliorabile, attraverso processi di apprendimento e sviluppo personale come corsi di formazione o percorsi di coaching.

Il SAPERE rappresenta le COMPETENZE DI BASE fornite attraverso l’educazione (lettura, scrittura, linguaggio, matematica) e riguarda la conoscenza teorica, il quadro di riferimento in cui inserisci il tuo operare.

Il SAPER FARE rappresenta le COMPETENZE SPECIFICHE tecnico-professionali e riguarda la parte operativa e le relative conoscenze pratiche, specifiche del tuo ruolo o funzione.

Il SAPER ESSERE rappresenta le COMPETENZE TRASVERSALI utilizzate in più ambiti (comunicare, parlare in pubblico, lavorare in gruppo, negoziare, ecc.) e riguarda la capacità di essere e quindi di conoscere bene te stesso, prima di tutto. Il lavoro interiore è parte integrante del tuo percorso di crescita personale e professionale.

Spesso capita di approfondire tanto le conoscenze teoriche, magari leggendo tanti libri. Ma è solo quando inizi a fare, a testare e sperimentare sul campo che poni le basi per sviluppare anche le conoscenze pratiche e, man mano, diventi abile nel saper fare.

Perciò, evita di restare intrappolato nella conoscenza, cercando tutte le informazioni possibili su un determinato argomento e agisci ancor prima di averle tutte, altrimenti il rischio è quello della “rimandite acuta” con il risultato molto spiacevole di non ottenere ciò che vuoi.

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Linguaggio non verbale e indizi di bugie

Nel precedente post sugli aspetti generali del linguaggio della menzogna,abbiamo chiarito un concetto molto importante della comunicazione non verbale, e cioè che non esistono segnali di menzogna precisi. Quello che possiamo osservare nel linguaggio del corpo degli altri sono, eventualmente, gli indizi di bugie. 

L’ulteriore difficoltà, anche per chi sa leggere il linguaggio del corpo, è che qualsiasi comportamento non verbale può essere un indizio di bugia. Non a caso leggere il linguaggio del corpo è decisamente più semplice che riconosce la menzogna. 

Dallo studio scientifico del linguaggio del corpo sappiamo che certi gesti, movimenti e postura rivelano un preciso stato d’animo che va dall’ansia all’impulso alla fuga, dal fastidio alla collera, dal piacere all’interesse. Segnali di fastidio, ansia e piacere possono indicare tutti e tre che c’è un inganno in corso.

I segnali di fastidio:
Grattarsi il naso, togliersi un immaginario pelo di dosso o sfregarsi l’angolo interno degli occhi, potrebbero simboleggiare l’atto di liberarsi dal senso di colpa… oppure no!

I segnali d’ansia: 
Deglutire, orientare un piede verso una potenziale via di fuga o tenere sollevate le spalle, sono potenziali segnali d’ansia che devono sì mettere in allarme, ma anche qui nulla garantisce che siamo di fronte a un bugiardo.

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Dove stai ponendo il tuo focus?

Cos’è il focus?

È la capacità del tuo cervello di concentrarsi su qualcosa di specifico.

Questa capacità è collegata ad un sistema che è presente nel tuo cervello: il S.A.R., il sistema di attivazione reticolare che ha il compito di selezionare le informazioni rilevanti per te.

È il tuo mirino mentale che determina ciò su cui poni la tua attenzione. Il tuo cervello, anche in questo momento, è bombardato da miliardi di informazioni e non può far a meno di selezionare dove focalizzarsi, eliminando le informazioni considerate superflue e concentrandosi su quelle importanti.

Ad esempio, ti è capitato di comprare un vestito, una macchina, un oggetto… e poi di vederlo ovunque? Oppure di vedere continuamente donne incinte, dopo aver scoperto di esserlo? Quelle cose e/o persone erano intorno a te anche prima, ma ora le noti perché sono diventate tue, perché dai loro importanza e poni su di esse il tuo focus!

E come fa il tuo S.A.R. a distinguere le informazioni superflue da quelle importanti?

Collegandosi delle tue convinzioni.

Cioè, se tu sei convinto che la giornata andrà storta, il tuo S.A.R. selezionerà tutto ciò che non va durante la giornata!
Al contrario, se sei convinto che la giornata andrà alla grande, il tuo S.A.R. ti farà balzare agli occhi tutto ciò che va alla grande durante la giornata! 

Meccanismo semplice e potente.

Se così stanno le cose… vuol dire che devi stare molto attento a cosa pensi, perché:

Qualsiasi cosa su cui  ti focalizzi, cresce!

Più ti focalizzi sul negativo, più lo troverai nella tua vita.
Più ti focalizzi sul positivo, più lo troverai nella tua vita.

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Sai quali filtri si nascondono nella tua mente?

La verità oggettiva non esiste.

Non può esistere perché ogni persona si crea una rappresentazione soggettiva del mondo in cui vive, attraverso i 5 sensi e i principali filtri che si nascondono nella sua mente.

In questo post, scoprirai 3 filtri che spieghiamo approfonditamente nei corsi di PNL, in cui si fa anche tanta pratica! 

Generalizzazione: è il procedimento con il quale uno o pochi elementi finiscono per rappresentare tutta la tua realtà.

Scopri, ad esempio, di essere stato tradito e generalizzi che tutti gli uomini/donne sono dei traditori. Ti è bastata un sola sola brutta esperienza con una persona, per etichettare negativamente un’intera categoria.

Cancellazione: è il procedimento con cui elimini parti/elementi della tua esperienza. Ad esempio, quando racconti una serata eliminando gran parte dei dettagli.

Allora, com’è andata la festa di ieri?

Bene. 

Distorsione: è il meccanismo attraverso il quale apporti cambiamenti all’esperienza sensoriale. Può essere di vari tipi:

Lettura del pensiero: quando pretendi di entrare nella mente dell’altra persona, interpretando i suoi pensieri. Ad esempio:

Già so cosa stai pensando!

Equivalenza complessa: quando colleghi due elementi che, nella realtà, non sono legati tra loro. Ad esempio: 

Se non mi guardi vuol dire che non mi ascolti!

Causa-effetto: quando da A fai scaturire B, senza che ci sia un reale collegamento. Ad esempio: 

Non mi ha risposto al telefono, quindi è arrabbiato con me!

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Coach: 3 pericolosi rischi da evitare

Il Coaching è, attualmente, una delle più interessanti professioni in crescita e lo diventerà ancor più nei prossimi anni.

Con la nostra scuola Coaching PNL & Training, formiamo diversi Coach ogni anno,attraverso i più efficaci strumenti del Coaching e della PNL, tanta pratica e aggiornamento continuo.

In questo post elenchiamo 3 pericolosi rischi da evitare, per chi inizia questa professione.

1° RISCHIO:  Farsi prendere dalla sindrome del salvatore del mondo!
Il neo-coach, abbracciando una nuova mentalità e preziosi strumenti di cambiamento, rischia di farsi prendere dall’entusiasmo di volerli trasmettere a tutti indistintamente, perché sa quanto siano fondamentali per crescere, migliorare ed evolvere e non riesce più a comprendere come le persone possano farne a meno.

RIMEDIO: Ricordare che anche lui ha vissuto molto tempo della sua vita ignaro di ciò che poteva essergli d’aiuto e far propria questa regola aurea:

Può essere aiutato solo chi vuole essere aiutato.

2° RISCHIO: Non sentirsi mai pronto!
Può capitare, al contrario, che il coach si renda così tanto conto dell’importanza e del potere di tutto ciò che ha acquisito, da non sentirsi mai pronto per poter fare questo lavoro, avendo a che fare con la vita di un’altra persona.

RIMEDIO: BUTTARSI! Dopo aver aver concluso con successo il percorso di coaching e aver applicato gli strumenti acquisti su se stesso, bisogna anche aver il coraggio di mettersi in gioco, facendo propria un’altra regola aurea:

 L’unico modo per crescere e migliorare è fare!

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3 strategie per diventare bravo in qualcosa

“Io non sono un bravo comunicatore”
“Io non so insegnare”
“Io non so fare soldi”
“Io non so suonare”

… chi più ne ha, più ne metta!

La convinzione peggiore che puoi avere e che non ti permette di essere niente di più di ciò che sei ora, è credere che:

Sei fatto così. Punto.

Se credi che sei fatto così ed è tutta una questione di talenti naturali, non farai niente di più e non diventerai niente di più di quello che sei ora!

Un po’ triste, non trovi?

La vita ti è stata donata per scoprire e sfruttare tutte le tue potenzialità, al massimo. Hai presente il film Limitless? 
Nel film, Eddie Morra, da persona fallita (sia in campo sentimentale che lavorativo) si trasforma in una persona di grande successo, grazie all’assunzione di un farmaco sperimentale, NZT, che sblocca e amplifica tutte le potenzialità del suo cervello! L’effetto è sorprendente: scopre cose non ricordava neanche di sapere, ha successo con le donne, ha idee brillanti, scrive il suo libro in poche ore… fino a diventare Senatore!

Affascinante… quindi per avere successo, sei costretto anche tu a prendere NZT?! Certo che no!

Ci sono 3 strategie per diventare bravo in ciò che ancora non sai fare:

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Sei sicuro che l’altro è interessato a quello che dici?

Tante persone sono intelligenti e preparate sui contenuti, ma si perdono in un bicchiere d’acqua quando entra in gioco l’intelligenza emotiva! 

L’intelligenza emotiva è la capacità di comprendere le emozioni, proprie ed altrui, ed imparare a controllarle in modo da poter scegliere cosa si dice e cosa si fa, al fine di raggiungere il risultato desiderato.

Come afferma D. Goleman:

La chiave per comprendere i sentimenti altrui sta nella capacità di leggere i messaggi che viaggiano sui canali di comunicazione non verbale: tono, gesti, espressione del volto e altro.

Per essere intelligente emotivamente ed efficace dal punto di vista comunicativo, devi assolutamente saper leggere il linguaggio del corpo delle persone con cui interagisci. La comunicazione non verbale è molto più veloce e veritiera delle parole e ti dà una serie di preziosi segnali per farti capire cosa pensa l’altro di te, cosa dire, cosa non dire, quando fermarti e quando cambiare direzione.

Esistono persone che parlano in modo logorroico, senza tenere in alcuna considerazione le reazioni degli altri. La loro intenzione è positiva perché sono convinte di dire cose interessanti e di essere ascoltate, ignorando totalmente i chiari segnali di disinteresse che ricevono! 

Se continui ad ignorare la comunicazione non verbale, ecco cosa accade:

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5 passi per superare la paura di parlare in pubblico

Il solo pensiero di parlare il pubblico mi terrorizza! :/
Vorrei tanto fare quella presentazione, ma non riesco a stare tranquillo e la paura mi immobilizza.
Gli altri mi giudicheranno, andrà male, non lo posso fare.

Quante occasioni perse per la paura! Quante presentazioni e progetti bloccati, quanta potenzialità sprecata.

Tantissime persone hanno grandi progetti, desiderano presentare le proprie idee ad un pubblico, costruire relazioni, farsi conoscere, ottenere prestigio e potere, ma non riescono a concretizzare questi progetti per la paura di parlare in pubblico!

Se hai paura di parlare in pubblico, tranquillo, non sei il solo. Dalle ricerche è emerso che che la paura di parlare in pubblico è addirittura superiore a quella della morte! Non male, eh? ?

In effetti, come dice il filosofo Epicuro:

La morte non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi, non c’è la morte e quando c’è la morte noi non siamo più.

Al contrario, quando c’è la paura di parlare in pubblico, tu ci sei eccome! 

Qual è la causa principale della paura di parlare in pubblico?

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Il linguaggio della menzogna, aspetti generali

Quando abbiamo studiato il linguaggio del corpo e le microespressioni facciali abbiamo fatto una scoperta sconcertante: non esistono segnali di menzogna!

E sì, purtroppo è così! Il naso di Pinocchio non esiste! Ovvero, non esiste nessun segnale così netto che possa sgamare un comportamento menzognero. Questo è uno dei primi concetti che spieghiamo nel nostro master in comunicazione non verbale. Quello che la ricerca scientifica ha evidenziato, insieme all’esperienza pratica di agenti speciali molto abili negli interrogatori, è che esistono molti INDIZI di menzogna, come: alcuni segnali non verbali, espressioni e microespressioni facciali. Nessuno di questi, però, preso singolarmente può dirci con certezza che ci troviamo davanti a una bugia.

Ed è quello che insegniamo: “Mai prendere per buono un unico segnale, ma una volta che un segnale ci indica qualcosa bisogna andare a cercarne altri che ci possano confermare quell’intuizione!”

Detto questo, ne consegue che individuare le bugie è un compito molto complesso, richiede non solo la conoscenza dei segnali che individuano un’incongruenza, tra quello che si dice con le parole rispetto al linguaggio non verbale e paraverbale, ma anche la conoscenza del comportamento usuale e la personalità di chi abbiamo di fronte.

Mentire richiede diverse attività o se vuoi “abilità”, come: pensare e raccontare la dinamica degli eventi, la sequenza temporale e quella spaziale della bugia; e chiaramente la soppressione e la dissimulazione delle emozioni, tipicamente senso di colpa e paura, e dello stress derivante il dire bugie.

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Come smettere di rimandare le cose?

La rimandite, che brutta bestia!

Tante persone vorrebbero fare tante cose, ma finiscono sempre per rimandarle a tempi migliori.

“Eh si, mi piacerebbe tanto…”
“Quando mi daranno la promozione, vedrò di farlo…”
“Quando mi sentirò pronto, lo farò…”
“Quando passerà la crisi, penserò al mio progetto…”
“Quando avrò i soldi da parte, inizierò…”
“Ora non è il momento…”
“Ho altre cose da sbrigare…”

E così, il tempo passa e i tuoi progetti rimangono ad ammuffire nel tuo cassettino dei desideri.

Eccoti svelato il più grande segreto di tutti i tempi:


IL MOMENTO GIUSTO NON ESISTE!


Non esiste il momento in cui tutto sarà perfetto, perché la vita non è perfetta.

La crisi non passerà se non sarai tu a farla passare, cogliendone le opportunità.

Non ti sentirai mai completamente pronto, perché potrai sempre conoscere di più e fare meglio.

Sai qual è la differenza tra le persone che falliscono e quelle che hanno successo?

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