Quanto costa diventare coach professionista?

È una delle domande che riceviamo maggiormente! La riceviamo in aula mentre eroghiamo i corsi del percorso per diventare un coach professionista, la riceviamo via email e la riceviamo quasi ogni volta che qualche cliente potenziale chiama il numero verde della nostra scuola di formazione.

Ci è parso più che giusto scriverci un post, per rispondere, in modo più articolato, ad una domanda molto frequente!

Iniziamo col dire che con la parola “costo” non vogliamo assolutamente prendere in considerazione la cosa solamente dal punto di vista finanziario! Ci sono cose che valgono molto più del denaro, come ad esempio il tempo. Ci piace poi trasformare la parola “costo” in investimento! Già, per diventare un coach professionista e quindi aiutare se stessi e gli altri a raggiungere i propri obiettivi, a fare chiarezza su cosa è davvero importante e, in definitiva, a vivere una vita migliore, è di investimento che bisogna iniziare a parlare!

Prima di dare un po’ di numeri concreti, in termini di tempo e risorse economiche, per diventare un coach professionista, è quantomeno indispensabile capire di cosa stiamo parlando! Nel mare magnum della formazione, nostrana ed estera, esistono decine di corsi che hanno nel proprio nome la parola coach / coaching, ma questo non garantisce assolutamente che una volta frequentato tu possa essere un coach e farne addirittura una professione. Quando parliamo di come si diventa e quanto bisogna investire per diventare un coach professionista, ci stiamo riferendo esclusivamente ai percorsi riconosciuti dalle associazioni di categoria, che in base alla legge n. 4/2013, sono chiamate a far rispettare scuole, corsisti e futuri coach, tutta una serie di regole deontologiche e di codici di condotta, affinché al cliente finale sia garantita un minimo di professionalità.

Ci sono poche strade, e assolutamente nessuna scorciatoia, che portano ad essere un Coach accreditato, riconosciuto come professionista!

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4 effetti collaterali della crescita personale

Quali sono gli effetti collaterali della crescita personale?

Questo post è dedicato a tutte le persone che hanno intrapreso un percorso di crescita personale e si sentono diverse, confuse e stranamente… sole.

Conosciamo bene i principali effetti collaterali della crescita, sia per esperienza personale, che per l’esperienza di tutte le belle persone che frequentano i nostri corsi di formazione o iniziano un percorso di coaching

Eccoli elencati:

Ti senti affascinato dal nuovo mondo della crescita personale, ma, nello stesso tempo, ti senti turbato.
Com’è possibile che ho ignorato per così tanto tempo questo mondo e perché in tanti ancora lo ignorano?In tanti lo ignorano perché le strategie più efficaci di crescita personale non vengono insegnate né a scuola, né all’Università. Quindi le scopre e le sfrutta a suo vantaggio, per avere successo, solo chi si mette in discussione e se le va a prendere autonomamente, attraverso specifici corsi di formazione. 

Inizi a porti nuove domande che prima non ti ponevi. 
Cosa voglio veramente?
L’obiettivo che voglio raggiungere è mio o, in fin dei conti, è della mia famiglia?
Mi sto dedicando a quello che mi appartiene davvero o lo sto facendo per dimostrare qualcosa agli altri?Domande che, in un primo momento, ti fanno provare un senso di smarrimento e di paura, perché ti proiettano in un futuro che ancora non conosci, verso risposte che non hai ancora a portata di mano e verso parti di te ancora inesplorate. 

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5 miti da sfatare sulla PNL

La PNL, un’affascinante ed utile disciplina che, per molti, è ancora avvolta dal mistero!

Ci sono tanti pregiudizi e false credenze che circolano ancora sulla Programmazione Neuro-Linguistica. Perché?

Perché è una disciplina relativamente giovane, nata negli anni ’70 in America e diffusa in Italia, nella seconda metà degli anni ’80.

Perché, agli esordi, è stata utilizzata nell’ambito delle vendite ed è stata, pertanto, vista in malo modo dai più.

Perché in tanti ancora ignorano cosa sia.

Perché alcuni si improvvisano esperti di PNL, solo dopo aver letto qualche libro, e fanno, purtroppo, una pessima pubblicità ad una disciplina che ha un enorme valore.

Dati questi motivi, vogliamo sfatare 5 miti che circolano sulla PNL: 

1. La PNL è un metodo truffaldino per i venditori. Falso.

La vera PNL nasce con lo scopo di rendere libere le persone, non di truffarle. Questa falsa credenza è dovuta al fatto che la PNL è nata nell’ambito della vendita ed è stata mal utilizzata da persone che hanno preso 4/5 tecniche della PNL e le hanno applicate per scopi poco etici.

Il problema di questo non è dovuto alla PNL, ma a chi l’ha utilizzata in modo distorto! Qualsiasi strumento può essere positivo o negativo, dipende da come lo utilizzi. Il coltello è utilissimo, la questione è se lo utilizzi per tagliare la carne o per accoltellare qualcuno! 
Ad oggi la PNL è utilizzata in tanti contesti diversi, in ambito aziendale, life, sportivo e di team, per aiutare le persone a stare bene, a potenziare le proprie performances e raggiungere i propri obiettivi.

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Sai cosa c’è sotto ogni comportamento?

… un’intenzione positiva!

Che significa?

Significa che:

Ogni persona fa il meglio che può, con quello che è e che ha in un dato momento.

Questo implica che nessuno fa qualcosa per cattiveria. La cattiveria non esiste!

Esiste l’ignoranza.
Se qualcuno si comporta in modo “cattivo” o “sbagliato” è perché ignora qualcosa.

Che cosa? Può ignorare:

Cosa a te ferisce o dà fastidio;
Gli strumenti di comunicazione efficace;
Le conseguenze delle sue azioni;
Le scelte alternative che potrebbe fare;
L’impatto che hanno le sue parole sugli altri;
L’influenza che le sue emozioni hanno sui suoi comportamenti.

Come vedi, i motivi sono tanti, ma la causa di tutti è la stessa: l’ignoranza!

Se una persona ha avuto un comportamento “sbagliato” o “cattivo” è perché, in quel momento, non aveva altra scelta, per mancanza di conoscenza e/o di risorse.

Un esempio concreto.

Non riesco a perdonare mio padre, perché mi sgridava sempre quando ero piccolo.

Sei sicuro che tuo padre è stato cattivo o, piuttosto, non aveva le risorse per comportarsi in modo positivo?

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Hai un mindset statico o dinamico?

Ti sei mai chiesto che tipo di mindset o atteggiamento mentale hai? E se questo è statico o dinamico?

Se ancora non ti sei posto queste due domande, ti invitiamo a farlo leggendo questo articolo. Perché, essere consapevole delle risposte è fondamentale per esprimerti al meglio in ciò che fai ed essere felice.

Spesso il senso comune e la cultura dominante considerano il talento come qualcosa di innato ed il potenziale come qualcosa che si forma e si consolida nei primi anni della nostra vita.

Le nuove ricerche nel campo neuro-scientifico mettono sempre più in discussione queste convinzioni.

In effetti, ciò che tu sei e quello che ottieni non è solo frutto delle tue abilità innate, ma soprattutto del modo in cui ti approcci ai tuoi obiettivi.  Le qualità, le attitudini di base e la forma mentis con cui vedi te stesso e il mondo non sono infatti da considerare come elementi ereditari e immutabili, ma possono essere modificati con il tempo e l’impegno.

E il modo in cui interpreti le difficoltà e la strada per realizzare al meglio il tuo potenziale sono sotto la tua responsabilità e, quindi, sono il frutto del tuo impegno.

E, quindi:

Perché non raggiungi gli obiettivi che ti prefiggi?

Quale atteggiamento mentale ti consente di esprimere tutto il tuo potenziale?

Come fare per cambiare il tuo atteggiamento mentale?

Si tratta di modificare la tua forma mentis da statica a dinamica, ovvero di considerare che le capacità si possono acquisire e sviluppare lungo tutta la tua vita fino a raggiungere risultati inaspettati. 

Ecco quali sono le principali caratteristiche e i modi di pensare di un MINDSET STATICO:

Il fallimento è il limite delle mie capacità.
Io sono bravo o meno a fare qualcosa.
Non mi piace essere sfidato.
Posso farlo oppure no.
Le mie capacità sono immutabili.
Il mio potenziale è predeterminato.
Quando sono frustrato, mi arrendo.
Il feedback e la critica sono personali.
Mi baso su quello che so.

Questo tipo di mentalità statica influenza il modo in cui interpreti il mondo e le situazioni che vivi, mettendoti in una posizione giudicante e ripetitiva che, senza scampo, ti porta a fallire i tuoi obiettivi.

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Le tre competenze fondamentali per esprimersi al meglio

Ti sei mai chiesto quali sono le competenze fondamentali che ti consentono di esprimere il meglio di te?

Lavorando da diverso tempo nella formazione e nel coaching, ci siamo resi conto che queste sono tre e non si può prescindere da alcuna di queste, perché le persone ottengono i loro massimi risultati solo quando sono presenti e tutte ottimizzate.

Il SAPERE (conoscenze)

Il SAPER FARE (capacità, abilità ed esperienze)

Il SAPERE ESSERE (comportamenti, atteggiamenti, stile personale)

Le competenze sono il nostro patrimonio complessivo di qualità personali e conoscenzeche ognuno utilizza in ogni momento della propria vita, a lavoro, in famiglia, nello sport. Rappresentano un capitale valutabile, osservabile e migliorabile, attraverso processi di apprendimento e sviluppo personale come corsi di formazione o percorsi di coaching.

Il SAPERE rappresenta le COMPETENZE DI BASE fornite attraverso l’educazione (lettura, scrittura, linguaggio, matematica) e riguarda la conoscenza teorica, il quadro di riferimento in cui inserisci il tuo operare.

Il SAPER FARE rappresenta le COMPETENZE SPECIFICHE tecnico-professionali e riguarda la parte operativa e le relative conoscenze pratiche, specifiche del tuo ruolo o funzione.

Il SAPER ESSERE rappresenta le COMPETENZE TRASVERSALI utilizzate in più ambiti (comunicare, parlare in pubblico, lavorare in gruppo, negoziare, ecc.) e riguarda la capacità di essere e quindi di conoscere bene te stesso, prima di tutto. Il lavoro interiore è parte integrante del tuo percorso di crescita personale e professionale.

Spesso capita di approfondire tanto le conoscenze teoriche, magari leggendo tanti libri. Ma è solo quando inizi a fare, a testare e sperimentare sul campo che poni le basi per sviluppare anche le conoscenze pratiche e, man mano, diventi abile nel saper fare.

Perciò, evita di restare intrappolato nella conoscenza, cercando tutte le informazioni possibili su un determinato argomento e agisci ancor prima di averle tutte, altrimenti il rischio è quello della “rimandite acuta” con il risultato molto spiacevole di non ottenere ciò che vuoi.

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Dove stai ponendo il tuo focus?

Cos’è il focus?

È la capacità del tuo cervello di concentrarsi su qualcosa di specifico.

Questa capacità è collegata ad un sistema che è presente nel tuo cervello: il S.A.R., il sistema di attivazione reticolare che ha il compito di selezionare le informazioni rilevanti per te.

È il tuo mirino mentale che determina ciò su cui poni la tua attenzione. Il tuo cervello, anche in questo momento, è bombardato da miliardi di informazioni e non può far a meno di selezionare dove focalizzarsi, eliminando le informazioni considerate superflue e concentrandosi su quelle importanti.

Ad esempio, ti è capitato di comprare un vestito, una macchina, un oggetto… e poi di vederlo ovunque? Oppure di vedere continuamente donne incinte, dopo aver scoperto di esserlo? Quelle cose e/o persone erano intorno a te anche prima, ma ora le noti perché sono diventate tue, perché dai loro importanza e poni su di esse il tuo focus!

E come fa il tuo S.A.R. a distinguere le informazioni superflue da quelle importanti?

Collegandosi delle tue convinzioni.

Cioè, se tu sei convinto che la giornata andrà storta, il tuo S.A.R. selezionerà tutto ciò che non va durante la giornata!
Al contrario, se sei convinto che la giornata andrà alla grande, il tuo S.A.R. ti farà balzare agli occhi tutto ciò che va alla grande durante la giornata! 

Meccanismo semplice e potente.

Se così stanno le cose… vuol dire che devi stare molto attento a cosa pensi, perché:

Qualsiasi cosa su cui  ti focalizzi, cresce!

Più ti focalizzi sul negativo, più lo troverai nella tua vita.
Più ti focalizzi sul positivo, più lo troverai nella tua vita.

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Coach: 3 pericolosi rischi da evitare

Il Coaching è, attualmente, una delle più interessanti professioni in crescita e lo diventerà ancor più nei prossimi anni.

Con la nostra scuola Coaching PNL & Training, formiamo diversi Coach ogni anno,attraverso i più efficaci strumenti del Coaching e della PNL, tanta pratica e aggiornamento continuo.

In questo post elenchiamo 3 pericolosi rischi da evitare, per chi inizia questa professione.

1° RISCHIO:  Farsi prendere dalla sindrome del salvatore del mondo!
Il neo-coach, abbracciando una nuova mentalità e preziosi strumenti di cambiamento, rischia di farsi prendere dall’entusiasmo di volerli trasmettere a tutti indistintamente, perché sa quanto siano fondamentali per crescere, migliorare ed evolvere e non riesce più a comprendere come le persone possano farne a meno.

RIMEDIO: Ricordare che anche lui ha vissuto molto tempo della sua vita ignaro di ciò che poteva essergli d’aiuto e far propria questa regola aurea:

Può essere aiutato solo chi vuole essere aiutato.

2° RISCHIO: Non sentirsi mai pronto!
Può capitare, al contrario, che il coach si renda così tanto conto dell’importanza e del potere di tutto ciò che ha acquisito, da non sentirsi mai pronto per poter fare questo lavoro, avendo a che fare con la vita di un’altra persona.

RIMEDIO: BUTTARSI! Dopo aver aver concluso con successo il percorso di coaching e aver applicato gli strumenti acquisti su se stesso, bisogna anche aver il coraggio di mettersi in gioco, facendo propria un’altra regola aurea:

 L’unico modo per crescere e migliorare è fare!

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3 strategie per diventare bravo in qualcosa

“Io non sono un bravo comunicatore”
“Io non so insegnare”
“Io non so fare soldi”
“Io non so suonare”

… chi più ne ha, più ne metta!

La convinzione peggiore che puoi avere e che non ti permette di essere niente di più di ciò che sei ora, è credere che:

Sei fatto così. Punto.

Se credi che sei fatto così ed è tutta una questione di talenti naturali, non farai niente di più e non diventerai niente di più di quello che sei ora!

Un po’ triste, non trovi?

La vita ti è stata donata per scoprire e sfruttare tutte le tue potenzialità, al massimo. Hai presente il film Limitless? 
Nel film, Eddie Morra, da persona fallita (sia in campo sentimentale che lavorativo) si trasforma in una persona di grande successo, grazie all’assunzione di un farmaco sperimentale, NZT, che sblocca e amplifica tutte le potenzialità del suo cervello! L’effetto è sorprendente: scopre cose non ricordava neanche di sapere, ha successo con le donne, ha idee brillanti, scrive il suo libro in poche ore… fino a diventare Senatore!

Affascinante… quindi per avere successo, sei costretto anche tu a prendere NZT?! Certo che no!

Ci sono 3 strategie per diventare bravo in ciò che ancora non sai fare:

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Come smettere di rimandare le cose?

La rimandite, che brutta bestia!

Tante persone vorrebbero fare tante cose, ma finiscono sempre per rimandarle a tempi migliori.

“Eh si, mi piacerebbe tanto…”
“Quando mi daranno la promozione, vedrò di farlo…”
“Quando mi sentirò pronto, lo farò…”
“Quando passerà la crisi, penserò al mio progetto…”
“Quando avrò i soldi da parte, inizierò…”
“Ora non è il momento…”
“Ho altre cose da sbrigare…”

E così, il tempo passa e i tuoi progetti rimangono ad ammuffire nel tuo cassettino dei desideri.

Eccoti svelato il più grande segreto di tutti i tempi:


IL MOMENTO GIUSTO NON ESISTE!


Non esiste il momento in cui tutto sarà perfetto, perché la vita non è perfetta.

La crisi non passerà se non sarai tu a farla passare, cogliendone le opportunità.

Non ti sentirai mai completamente pronto, perché potrai sempre conoscere di più e fare meglio.

Sai qual è la differenza tra le persone che falliscono e quelle che hanno successo?

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