Il Coaching è, attualmente, una delle più interessanti professioni in crescita e lo diventerà ancor più nei prossimi anni.
Con la nostra scuola Coaching PNL & Training, formiamo diversi Coach ogni anno,attraverso i più efficaci strumenti del Coaching e della PNL, tanta pratica e aggiornamento continuo.
In questo post elenchiamo 3 pericolosi rischi da evitare, per chi inizia questa professione.
1° RISCHIO: Farsi prendere dalla sindrome del salvatore del mondo!
Il neo-coach, abbracciando una nuova mentalità e preziosi strumenti di cambiamento, rischia di farsi prendere dall’entusiasmo di volerli trasmettere a tutti indistintamente, perché sa quanto siano fondamentali per crescere, migliorare ed evolvere e non riesce più a comprendere come le persone possano farne a meno.
RIMEDIO: Ricordare che anche lui ha vissuto molto tempo della sua vita ignaro di ciò che poteva essergli d’aiuto e far propria questa regola aurea:
Può essere aiutato solo chi vuole essere aiutato.
2° RISCHIO: Non sentirsi mai pronto!
Può capitare, al contrario, che il coach si renda così tanto conto dell’importanza e del potere di tutto ciò che ha acquisito, da non sentirsi mai pronto per poter fare questo lavoro, avendo a che fare con la vita di un’altra persona.
RIMEDIO: BUTTARSI! Dopo aver aver concluso con successo il percorso di coaching e aver applicato gli strumenti acquisti su se stesso, bisogna anche aver il coraggio di mettersi in gioco, facendo propria un’altra regola aurea:
L’unico modo per crescere e migliorare è fare!
Non saprai mai quanto sei bravo, quanto puoi aiutare gli altri, quali cose devi ancora migliorare e quanto altro lavoro hai da fare se non hai continui e concreti riscontri nella realtà.
E se sbagli? Hai una nuova esperienza e un buon motivo per migliorare!
Per finire, c’è il rischio peggiore.
3° RISCHIO: Rimanere intrappolato nella sola conoscenza! Può capitare che molti neo-coach restino ancorati alla sola conoscenza, credendo di poter diventare dei buoni Coach, accumulando quante più informazioni e tecniche possibili.
RIMEDIO: Far propria quest’ultima e essenziale regola aurea:
La conoscenza dev’essere proporzionale all’essere!
Il Coach con la C maiuscola non fa, lui è. Nessuno può essere un vero coach se prima non ha fatto un percorso di crescita personale; se non si è lasciato il tempo di metabolizzare le conoscenze, i metodi e le tecniche acquisite; se crede di poter semplicemente replicare ciò che fa un altro bravo coach; se non vive nella propria vita il cambiamento, l’evoluzione, il rapport, i valori e l’allineamento; se non lavora, ogni giorno, su se stesso per superare i propri limiti e diventare la migliore versione di se stesso.
Se nutri solo la mente, le tue informazioni si limitano ad essere un mezzo per sentirti superiore agli altri e non un prezioso strumento per aiutarli davvero!
Quello che vendi al tuo cliente di coaching non è il tuo certificato o la tua tecnica, ma te stesso.
Essere Coach significa sentire dentro di sè quella forte spinta alla crescita e al miglioramento di se stessi e degli altri, l’inarrestabile fretta di attuare quella spinta e, al tempo stesso, avere l’intelligenza, la sensibilità, la pazienza, la calma e la capacità di tirare un freno a mano quando serve.
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